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Invocazione a Frigg

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  Frigg, potente madre, Padrona di Fensalir, Signora degli Aesir e delle Asynjur, Figlia di Fjörgynn, Moglie di Odin, Madre di Balder e del suo cieco fratello. Noi ti invochiamo da Fensalir, la Sala delle Nebbie Dall'alto trono di Hliðskjálf, il magico specchio, Dall'Lyfjaberg, la montagna della guarigione! Dal rituale per Frigg, Alice Karlsdóttir, Norse Goddess Magic (Traduzione a cura del Recinto di Mezzo)

Naudiz

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  Naudiz (13-27 novembre) Poema runico norvegese Nauðr gerer næppa koste; nøktan kælr í froste. Il bisogno dà poca scelta; un uomo nudo è congelato dal gelo. Poema runico islandese Nauð er Þýjar þrá ok þungr kostr ok vássamlig verk. opera niflungr. Il bisogno è l'affanno della serva e uno stato di oppressione e un lavoro penoso. Poema runico inglese Nyd byþ nearu on breostan; weorþeþ hi þeah oft niþa bearnum to helpe and to hæle gehwæþre, gif hi his hlystaþ æror. Il bisogno è opprimente per il cuore; pure, spesso si dimostra essere fonte di aiuto e salvezza per i bambini degli uomini, per chiunque badi ad esso per tempo.

Sigrid Tostesdotter

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Oggi commemoriamo Sigrid Tostesdotter, sovrana svedese, che non si piegò a re Olaf Tryggvason, quando questi chiedendole la mano le ordinò di convertirsi dalla religione antica al cristianesimo. Al suo diniego egli arrivò a colpirla con un guanto. Sigrid rimase fedele all'Antica Via e si vendicò del re cristiano che l'aveva oltraggiata, provocandone la caduta. (Immagine: la regina Sigrid Tostesdotter e il re Olaf Tryggvason)

La Vǫlva svela il destino di Baldr

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  Vǫlva kvað: Disse la vǫlva:   “Hér stendr Baldri of brugginn mjǫðr, skírar veigar, liggr skjǫldr yfir, en ásmegir í ofvæni; nauðug sagðak, nú mun ek þegja”. “Qui sta l'idromele preparato per Baldr, la chiara bevanda coperta da uno scudo. I figli degli æsir sono angosciati. Costretta ho parlato, ora voglio tacere”. Óðinn kvað: Disse Óðinn:     “Þegj-at-tu, vǫlva, þik vil ek fregna, unz alkunna, vil ek enn vita: Hverr mun Baldri at bana verða ok Óðins son aldri ræna?” “Non zittirti, veggente! Io chiederò finché non saprò tutto. Questo voglio ancora sapere: chi sarà di Baldr  l'assassino e priverà della vita il figlio di Óðinn?” Vǫlva kvað: Disse la vǫlva: “Hǫðr berr hávan hróðrbaðm þinig, hann mun Baldri at bana verða ok Óðins son aldri ræna; nauðug sagðak, nú mun ek þegja”. “Hǫðr porterà quaggiù il grande eroe; lui sarà di Baldr l'assassino e priverà della vita il figlio di Óðinn. Costretta ho parlato, ora voglio tacere”. Edda, Baldrs draum

Blót d'Inverno, Blót agli Elfi

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  Siamo arrivati alla settima festa della Ruota dell’anno, la Festa d’Inverno e la Festa degli Elfi. Vetrablót in antico norreno, Vinterblót in svedese, Álfablót in antico norreno, Winternacht, la Notte d'Inverno, in tedesco. È la festa con cui si saluta l’entrata nell’Inverno. Nelle saghe nordiche sono spesse volte ricordate le festività delle Vetrnætr, le Notti d’Inverno, fra le maggiori feste pagane, che si svolgevano in Ottobre nel periodo tardo medievale. Nella tradizione celtica gaelica essa è nota come Samhain, la festa di inizio Inverno, da cui deriva anche la più recente ricorrenza di Halloween. Nella tradizione italico-romana sono le Calende di Novembre. Il mese che inizia è quello di Novembre, che nell'antico calendario anglosassone è noto come Blótmonaþ, il mese dei sacrifici. Il Sole, la dea Sunna, dopo essere entrata nella metà oscura dell'anno nel Blót d’Autunno, nell'Equinozio di Autunno, scende verso le tenebre invernali, sino a Yule, a Jól, il Solstizi

Hagalaz

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  Hagalaz (28 ottobre-12 novembre) Poema runico norvegese Hagall er kaldastr korna; Kristr skóp hæimenn forna. La grandine è il più freddo dei chicchi; Cristo creò il mondo antico. Poema runico islandese Hagall er kaldakorn ok krapadrífa ok snáka sótt. La grandine è un chicco freddo e una doccia di nevischio e il male dei serpenti. Poema runico inglese Hægl byþ hwitust corna; hwyrft hit of heofones lyfte, wealcaþ hit windes scura; weorþeþ hit to wætere syððan. La grandine è il più bianco dei chicchi; è fatto vorticare dalla volta del cielo ed è lanciato in giro da raffiche di vento e poi si scioglie in acqua.

Óðinn evoca una vǫlva

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  Þá reið Óðinn fyrir austan dyrr, þar er hann vissi vǫlu leiði; nam hann vittugri valgaldr kveða, unz nauðig reis, nás orð of kvað: Allora cavalcò Óðinn verso la porta orientale dove sapeva che era sepolta una veggente. Per la strega intonò l'incantesimo, finché ella costretta, risorse. Subito parlò la morta:   “Hvat er manna þat mér ókunnra, er mér hefir aukit erfitt sinni? Var ek snivin snævi ok slegin regni ok drifin dǫggu, dauð var ek lengi”. “Chi è colui, a me sconosciuto, che al duro viaggio mi costringe? Sono ricoperta di neve, sferzata dalla pioggia, e intrisa di rugiada: da tempo sono morta”.   Óðinn kvað: Disse Óðinn:   “Vegtamr ek heiti, sonr em ek Valtams; segðu mér ór helju, ek mun ór heimi: Hveim eru bekkir baugum sánir, flet fagrlig flóuð gulli?” “Mi chiamo Vegtamr, e sono figlio di Valtamr. Parlami di Hel: dal mondo io te lo chiedo. Per chi sono le panche giuncate d'anelli e le belle pareti ricoperte d'oro?” Edda, Baldrs draumar 4-6