Paganesimo nell'Italia longobarda



Un'altra notizia della presenza di elementi pagani nell'Italia centrale di quell'epoca è nella lettera di Gregorio Magno al vescovo di Narni, in cui il vescovo è esortato "ut a Longobardorum sive Romanorum qui in eodem loco degunt admonitione sive exhortatione nulla ratione cessetis, et maxime a gentilium et hereticorum, ut ad veram rectamque fidem catholicam convertantur".

Anche il secondo duca di Spoleto, Ariulfo, era pagano, "adhuc gentilis" lo definisce infatti Paolo Diacono.


Stefano Gasparri, La cultura tradizionale dei Longobardi


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