Agni





Agni.

Letteralmente significa Fuoco.

Infatti uno degli aspetti principali di questa divinità è la sua rappresentazione come personificazione del fuoco sacrificale.

Il fuoco costituiva l'elemento principale del sacrificio vedico, il cui atto principale consisteva nell'offrire sul fuoco vari cibi e bevande.

Questo atto rituale, chiamato agnihotra (offerta sul fuoco), era il nucleo essenziale di ogni sacrificio e stava alla base di tutti i riti, anche dei più complessi.

Agni è, dopo Indra, il dio al quale è dedicato il maggior numero di inni (circa duecento).

La caratteristica che più è messa in risalto è la sua lucentezza con la quale egli disperde le tenebre.

Procede su un carro trascinato da cavalli rossi e su questo carro conduce gli altri dèi al luogo del sacrificio.

È il figlio del Cielo e della Terra, ma anche delle Acque.

Triplice è la sua origine: in cielo come sole, in terra come fuoco terrestre e nelle acque come lampo.

È il fratello gemello di Indra ed è associato con questo dio più che con ogni altro.

Poiché è il centro del sacrificio, egli viene celebrato come il corrispondente divino dei sacerdoti terrestri e viene spesso apostrofato con quasi tutti i titoli sacerdotali.

Poiché inoltre conosce tutti i particolari del sacrificio è definito saggio e onnisciente "conoscitore di tutte le creature" è un suo epiteto esclusivo.

Un'altra sua funzione, enfatizzata nell'Atharvaveda, è quella di scacciare i demoni e le forze magiche ostili.


Saverio Sani, Glossario del Rgveda

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