La libagione

 



C'è un gesto che unisce in modo indissolubile tutto il mondo indoeuropeo.

È il gesto della libagione.

I latini, sbrigativi, avevano solo una parola per nominarlo: libatio.

I greci tre, sottilmente differenziate, choé, spondé, leìbo.

Spondé era anche l'unico modo in greco per dire tregua o trattato di pace.

All'inizio dei giochi olimpici araldi correvano per la Grecia gridando: Spondé! Spondé!

Allora ogni conflitto si arrestava.

Gli uomini vedici usavano quattordici termini per definire un certo tipo di libagione, graha, in un certo tipo di liturgia: il sacrificio del soma.

Ma soltanto per le libagioni del mattino.

Quelle di mezzogiorno richiedevano altri cinque nomi.

E cinque quelle della sera.

Eppure anche loro dicevano che non c'è atto più semplice, più immediato per manifestare l'attitudine sacrificale.

"La preghiera mormorata è una forma segreta del sacrificio, la libagione una forma manifesta" si legge nello Śataphata Brahmana.

Perché la preghiera si mormora, l'atto di versare un liquido non può essere nascosto.

Ogni mattina, ogni sera gli uomini vedici compivano quell'atto.

Ma anche i greci, secondo Esiodo, che raccomandava di offrire libagioni "quando ci si corica e quando torna la sacra luce".


Roberto Calasso, L'ardore


(Immagine: Una scena di libagione su un altare da una kylix attica a figure rosse)



Commenti

Post popolari in questo blog

Blót alle Dísir, Blót a Thor

Blót di Walpurga

Blót d'Inverno, Blót agli Elfi