La costruzione delle mura di Asgard 2




Gli dèi allora si sedettero in assemblea e si chiesero l'un l'altro chi avesse consigliato di consegnare Freyja al Jotunheimr o di mandare in rovina aria e cielo privandoli del sole e della luna per consegnarli agli jotnar. 

Convennero che dovesse averlo suggerito colui che sempre malconsiglia, Loki figlio di Laufey, e decretarono di condannarlo a una morte orribile se non avesse fatto in modo che l'artigiano rinunciasse al proprio compenso. 

Loki fu quindi aggredito e, siccome ebbe una gran paura, giurò che avrebbe fatto in modo, a qualunque costo, che l'artigiano non adempisse all'impegno preso.


Quella stessa sera, mentre l'artigiano trasportava delle pietre con Svaðilfori, uscì fuori dal bosco una giumenta che corse nitrendo verso il cavallo. 

Quando lo stallone si avvide che era una cavalla, s'imbizzarrì, strappò le redini, corse dalla giumenta e scappò con essa nel bosco, e l'artigiano dietro per riprendersi il cavallo. 

I due cavalli però galopparono tutta la notte e tutta la notte l'artigiano dovette fermarsi. 

Così il giorno dopo il lavoro non procedette come prima. 

Quando l'artigiano vide che il lavoro non poteva essere completato, fu preso dallo jotunmóðr. 

Quando gli Æsir si avvidero chiaramente che era un bergrisi, non onorarono la loro promessa e chiamarono Þórr, il quale giunse immediatamente vibrando in aria il martello Mjollnir. 

In questo modo pagò il compenso dell'artigiano: non col sole o la luna, e non gli concesse nemmeno di abitare nello Jotunheimr: col primo colpo gli frantumò la testa in mille schegge e lo sprofondò giù oltre il Niflheimr.


Snorri Sturluson, Edda, Gylfaginning 42


Immagine: Loki and Svadilfari (1909) di Dorothy Hardy

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