La costruzione delle mura di Asgard
Si era agli inizi, nei primi tempi in cui gli dèi si erano insediati nella loro dimora, quando avevano appena stabilito Miðgarðr e costruito la Valholl.
Un giorno giunse un artigiano che offrì loro di costruire in tre misseri una cittadella così ben fatta da essere solida e sicura contro i bergrisar e i hrímþursar, anche qualora fossero penetrati nel Miðgarðr.
Egli chiese però, quale ricompensa, di poter avere Freyja e di prendersi anche il sole e la luna.
Gli Æsir si riunirono in assemblea e fu pattuito con l'artigiano che avrebbe avuto ciò che chiedeva se avesse costruito la cittadella in un solo inverno; se però il primo giorno d'estate qualche parte [della fortificazione] fosse rimasta incompiuta, avrebbe perso la ricompensa.
Inoltre, nessuno avrebbe dovuto aiutarlo nel suo lavoro.
Quando gli proposero queste condizioni, [l'artigiano] chiese il permesso di poter essere aiutato dal suo cavallo, che si chiamava Svaðilfori, e dietro consiglio di Loki, gli fu concesso.
Egli iniziò a costruire la cittadella il primo giorno d'inverno, e durante la notte trasportava le pietre con il cavallo.
Agli Æsir parve tuttavia straordinario quanto grandi fossero le pietre trainate dal cavallo, il quale svolgeva più di metà del lavoro dell'artigiano.
Il loro accordo però era stato stretto con testimonianze inoppugnabili e numerosi giuramenti, dal momento che gli jotnar non si sentivano al sicuro quando si trovavano fra gli Æsir senza garanzie, soprattutto se fosse tornato a casa Þórr, che quei giorni era andato a est a combattere i troll.
Così, mentre l'inverno volgeva al termine, l'edificazione della fortezza procedeva, ed essa era divenuta talmente alta e solida da risultare inespugnabile.
Quando mancavano tre giorni all'estate, i cancelli della città erano quasi terminati.
Snorri Sturluson, Edda, Gylfaginning 42
(Immagine: Costruzione delle mura di Asgard, Alan Lee)
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