La Dea della Walpurgisnacht

 




Una recente discussione sulla Dea della Walpurgisnacht mi offre l'occasione di scrivere una riflessione su uno dei temi più divisivi della comunità etena.
Esiste davvero una Dea connessa particolarmente a questa festività pagana?
Sull'esistenza di una grande festa pagana per il primo di Maggio e la sua vigilia non vi sono dubbi, nonostante la cristianizzazione c'è il folklore di mezzo continente europeo a testimoniare questa sopravvivenza.
Fra i popoli germanici il nome della festa, Walpurgisnacht (in Germania), Valborg (in Svezia), è collegato dall'età medievale in giù ad una monaca anglosassone del Wessex, Wealdburg (in antico inglese), nota anche come Walpurga o Walburga, dell'VIII secolo, che la chiesa cattolica venera come santa e la cui festività ricorre proprio il primo maggio.
Sappiamo bene che per soppiantare il paganesimo europeo, che resisteva tenacemente, i cristiani hanno fatto opera di sostituire le feste pagane e gli Dei dell'antico culto, sovrapponendo loro feste e santi cristiani.
La tipica sostituzione è il Cristo, un angelo o un santo, per un Dio, la Madonna e una santa per una Dea, seguendo anche precise linee funzionali, come il Natale del Cristo per il Natale del Sole Invitto, come un angelo guerriero per un Dio guerriero, per fare due esempi concreti.
Abbiamo un numero enorme di casi che documentano questa pratica, tanto da renderla standard in quel periodo storico.
Per cristianizzare questa festa la chiesa si è premurata di inserirvi sopra la ricorrenza di una santa anglosassone, vissuta prevalentemente in Germania, il che ci indica con precisione la presenza di una divinità femminile del pantheon germanico da sostituire.
Molto probabilmente una divinità collegata alla magia, visto che la santa cristiana è invocata fra le altre cose contro la stregoneria.
L'opera di cancellazione ha funzionato in parte, il nome della Dea e della festa sono andati perduti, ma tutto il sostrato della festività pagana è rimasto, dai fuochi nella notte alle leggende delle streghe sul Brocken.
È possibile in ogni caso ricercare questi nomi antichi?
La filologia germanica e l'analisi etimologica ci possono dare una mano in questo senso.
Il nome Walburg/Walpurg significa letteralmente la "Rocca dei Caduti". 
Nome dalla fortissima connotazione arcaica ed etena, richiamando chiaramente il concetto del Walhalla germanico e del Valhöll norreno, la sala in cui il Dio Wotan/Óðinn accoglie i suoi eroi caduti in guerra.
È possibile formulare anche un legame con le Valchirie, vista la tematica di cui stiamo parlando.
Un nome quindi assai poco cristiano, ma fortemente pagano, che può essere benissimo il nome di una Dea o di una Valchiria.
Alcuni studiosi moderni come Edred Thorsson e Nigel Pennick, seguendo la stessa linea di analisi filologica, caldeggiano questa ipotesi e si spingono sino ad indicare con il nome di Walburga/Walpurga l'antico nome della Dea della Walpurgisnacht, poi sostituita con una santa cristiana con lo stesso nome, per far digerire meglio ai riottosi pagani il cambio di religione.
Thorsson ha inserito difatti nel suo calendario del Troth il nome di Walburga anche come nome della festa etena connessa.
La Norroena Society si spinge oltre indicando Valburg come uno dei nomi della Dea Frigg, sposa di Óðinn e signora del Valhöll.
Il blot di Valburg è quindi offerto a lei e ad Óðinn.
Prudentemente non mi sono spinto sino a questo punto e, al momento di stendere i rituali del gruppo eteno di Perugia, ho inserito fra gli Dei e le Dee da celebrare in questa festa il nome "Dea di Walburga", che significa letteralmente "Dea della Rocca dei Caduti".
La festa, per chi segue il calendario eteno con otto celebrazioni, si può chiamare tranquillamente con lo stesso nome, tanto è forte la sua pregnanza di concetti arcaici, tradizionali, eteni, piuttosto che chiamarla blot di Maggio (Mayblot), come fanno altri, visto che Maggio non è un nome germanico, ma è derivato dall'antico calendario romano (Maius).
Anche se il nome della Dea fosse cancellato e inconoscibile non per questo bisogna smettere di onorarla.
Chi ha studiato a fondo le pratiche degli antichi rituali indo-europei conosce bene il grande scrupolo degli estensori dei rituali arcaici, volto a non escludere dal rito nessun Dio, da qui la pratica di nominare anche gli Dei e le Dee non conosciute.
Ecco, anche noi a questa tradizione millenaria ci atteniamo.

Fabrizio Bandini

Immagine: un fuoco acceso in Austria ai nostri giorni per la Walpurgisnacht


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