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Visualizzazione dei post da settembre, 2024

Gebo

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  Gebo (28 settembre-12 ottobre) Gyfu gumena byþ gleng and herenys, wraþu and wyrþscype and wræcna gehwam ar and ætwist, ðe byþ oþra leas. La generosità porta credito e onore, il che sostiene la propria dignità; fornisce aiuto e sussistenza a tutti gli uomini finiti che sono privi di ogni altra cosa. Poema runico anglosassone

Wodan id est furor

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  Occorre ricordare che il berserkr è un guerriero consacrato a Odino, dio che è poeta e guerriero. Il nome di questa divinità in norreno è Óðinn, formato dalla radice oðr, questo termine significa come aggettivo folle, invasato, e come sostantivo spirito e poesia. Odino era il dio venerato dagli scaldi, poeti del medioevo scandinavo, ed era al contempo il dio della furia. Presso i germani continentali veniva chiamato Wotan. L'etimologia del suo nome è da mettere in relazione con la radice indoeuropea *Wat, furia profetica (da confrontare con il latino vates) dalla quale deriverebbe il tema germanico *Woð, che si ritrova nel tedesco moderno Wut, furore, rabbia. Adamo da Brema, nell'XI secolo, osserva che gli svedesi ancora pagani adoravano sopra ad ogni divinità Wodan id est furor (Wotan, cioè il furore). Christian Sighinolfi, I guerrieri-lupo nell'Europa arcaica

Blót d'Autunno

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  Siamo arrivati alla sesta festa della Ruota dell’anno, la Festa d’Autunno. Haustblót nella tradizione nordica antica. È la festa dell'Equinozio di Autunno. Il Sole, la Dea Sunna, continua la sua discesa, cominciata dopo il Solstizio d'Estate. Nell'Equinozio luce e buio si equivalgono. Passato questo si entra nella parte oscura dell'anno. Il Blót d’Autunno è anche la festa del secondo raccolto, con cui si chiude la stagione estiva. In questo blót si onorano in particolar modo Óðinn, Freyr, Frigg e Freyja. Il mese di Settembre, in cui cade questa festa, nel calendario anglosassone è chiamato Haligmonath, il mese sacro. Nel calendario franco è invece chiamato Witumanoth, il mese del legno, periodo in cui si raccoglieva la legna in previsione dell'arrivo dell'inverno. La runa di questa festa è Kenaz (in antico germanico), Kusma (in antico gotico), Cén (in antico anglosassone), Kaun (in antico norreno), la sesta runa del Futhark antico, che significa torcia (Kenaz,...

Il dodicesimo carme magico

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  Þat kann ek it tolfta: ef ek sé á tré uppi váfa virgilná, svá ek ríst ok í rúnum fák at sá gengr gumi ok mælir við mik. Questo conosco per dodicesimo: se io vedo su un albero in alto un impiccato oscillare, in tal modo incido e in rune dipingo così che quell'uomo cammini e parli con me. Edda, Hávamál, 157

Kenaz

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  Kenaz (13-27 settembre) Poema runico antico norvegese Kaun er barna bǫlvan; bǫl gørver nán fǫlvan. L'ulcera è fatale per i bambini; la morte rende pallido un cadavere. Poema runico antico islandese Kaun er barna böl ok bardaga [för] ok holdfúa hús. flagella konungr. Ulcera, malattia fatale per i bambini e punto doloroso e dimora della mortificazione. Re dei flagelli. Poema runico antico inglese Cen byþ cwicera gehwam, cuþ on fyre blac ond beorhtlic, byrneþ oftust ðær hi æþelingas inne restaþ. La fiaccola è nota ad ogni uomo vivente per la sua pallida, brillante fiamma; brucia sempre all'interno del luogo in cui i principi siedono.

Ermanaric

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  Oggi commemoriamo Ermanaric, possente re degli Ostrogoti della dinastia degli Amali, discendente di Gautr, seguace degli Dèi, che regnò lungamente sul suo popolo e sulle steppe orientali. Dopo di lui i re Amali condussero gli Ostrogoti in Italia, qui si stabilirono e regnarono. Essi sono i nostri antenati.

La marcia dei Cimbri e dei Teutoni

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  Nell'immaginario romano: Si diceva che fossero 300.000 i loro guerrieri: figure formidabili, veri giganti, la maggior parte dei quali raggiungeva dieci piedi di altezza, tutti biondissimi e con gli occhi azzurri, i loro bambini poi, con dei capelli di un biondo così chiaro che parevano capigliature di vegliardi. Donne anziane, avvolte in rozze vesti, li precedevano a piedi nudi, traendo presagi dal sangue vivo dei prigionieri sacrificati agli dèi, che essi catturavano a migliaia. Nessuno che osi affrontarli in battaglia con qualche possibilità di vittoria, tanto son terribili in battaglia. Non conoscono il timore, né la paura della morte. Solo la morte sul campo di battaglia è onorevole per loro, e non già la morte lenta sul giaciglio, il vergognoso languire nel letto. Secondo lo storico Theodor Mommsen: Era una marcia mirabile, afferma con entusiasmo Theodor Mommsen, e i romani non avevano mai visto nulla di simile. Non era una marcia di razziatori e nemmeno una primavera sacra ...