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Visualizzazione dei post da settembre, 2024

Il dodicesimo carme magico

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  Þat kann ek it tolfta: ef ek sé á tré uppi váfa virgilná, svá ek ríst ok í rúnum fák at sá gengr gumi ok mælir við mik. Questo conosco per dodicesimo: se io vedo su un albero in alto un impiccato oscillare, in tal modo incido e in rune dipingo così che quell'uomo cammini e parli con me. Edda, Hávamál, 157

Kenaz

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  Kenaz (13-27 settembre) Poema runico antico norvegese Kaun er barna bǫlvan; bǫl gørver nán fǫlvan. L'ulcera è fatale per i bambini; la morte rende pallido un cadavere. Poema runico antico islandese Kaun er barna böl ok bardaga [för] ok holdfúa hús. flagella konungr. Ulcera, malattia fatale per i bambini e punto doloroso e dimora della mortificazione. Re dei flagelli. Poema runico antico inglese Cen byþ cwicera gehwam, cuþ on fyre blac ond beorhtlic, byrneþ oftust ðær hi æþelingas inne restaþ. La fiaccola è nota ad ogni uomo vivente per la sua pallida, brillante fiamma; brucia sempre all'interno del luogo in cui i principi siedono.

Ermanaric

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  Oggi commemoriamo Ermanaric, possente re degli Ostrogoti della dinastia degli Amali, discendente di Gautr, seguace degli Dèi, che regnò lungamente sul suo popolo e sulle steppe orientali. Dopo di lui i re Amali condussero gli Ostrogoti in Italia, qui si stabilirono e regnarono. Essi sono i nostri antenati.

La marcia dei Cimbri e dei Teutoni

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  Nell'immaginario romano: Si diceva che fossero 300.000 i loro guerrieri: figure formidabili, veri giganti, la maggior parte dei quali raggiungeva dieci piedi di altezza, tutti biondissimi e con gli occhi azzurri, i loro bambini poi, con dei capelli di un biondo così chiaro che parevano capigliature di vegliardi. Donne anziane, avvolte in rozze vesti, li precedevano a piedi nudi, traendo presagi dal sangue vivo dei prigionieri sacrificati agli dèi, che essi catturavano a migliaia. Nessuno che osi affrontarli in battaglia con qualche possibilità di vittoria, tanto son terribili in battaglia. Non conoscono il timore, né la paura della morte. Solo la morte sul campo di battaglia è onorevole per loro, e non già la morte lenta sul giaciglio, il vergognoso languire nel letto. Secondo lo storico Theodor Mommsen: Era una marcia mirabile, afferma con entusiasmo Theodor Mommsen, e i romani non avevano mai visto nulla di simile. Non era una marcia di razziatori e nemmeno una primavera sacra