Uro

 



L'uro (Bos primigenius) era un grande bovino, oggi estinto.
Il nome scientifico Bos primigenius significa "bue primitivo", "proto-bue".
Gli uri erano noti per il loro temperamento aggressivo e nelle culture antiche ucciderne uno era un grande atto di coraggio.
Giulio Cesare scrisse di questi animali nel De bello gallico: «la terza è la specie dei cosiddetti uri. Sono leggermente più piccoli degli elefanti, assomigliano ai tori per aspetto, colore e forma. Sono molto forti, estremamente veloci, non risparmiano né uomini, né animali che abbiano scorto. I Germani si danno molto da fare per catturarli per mezzo di fosse, e poi li uccidono: i giovani si temprano e si esercitano in queste fatiche e genere di cacce. Chi ha ucciso diversi uri, ne espone le corna pubblicamente, a testimonianza della sua impresa, ricevendo grandi elogi. Non si riesce ad abituare gli uri alla presenza degli uomini, né ad addomesticarli, neppure se catturati da piccoli. Le corna, per ampiezza, forma e aspetto, sono molto diverse da quelle dei nostri buoi. Sono un pezzo molto ricercato, le guarniscono d'argento negli orli e le usano come coppe nei banchetti più sontuosi».
Il nome della seconda runa del Fuþorc anglosassone significa proprio uro.
L'area originaria dell'uro si estendeva dalle isole britanniche fino all'Africa, al Medio Oriente, all'India e all'Asia centrale. 
A partire dal XIII secolo d.C., l'area dell'uro si restrinse alla Polonia, alla Lituania, alla Moldavia, alla Transilvania e alla Prussia Orientale.
Come scrive Nigel Pennick ne L'oracolo delle rune: "Anticamente nell'Europa centrale e settentrionale l'uro era importante e rispettato come il bufalo dagli antichi abitanti dell'America settentrionale. Purtroppo questa specie imponente che sopravvisse in Germania fino al sedicesimo secolo è stata sterminata. L'ultimo esemplare fu abbattuto in Polonia nel 1627 durante una battuta di caccia."


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