L'azione degli Dèi

 



Hera, che sorride al figlio Efesto quando questi le porge la coppa esortandola a dimenticare il destino dei mortali ed a unirsi al giubilo dei Celesti, è la stessa che, nella contesa dei re, quando l'irato Achille sta per estrarre la spada contro Agamennone, invia Atena "perché ama entrambi e d'entrambi ha cura".

Achille, arso d'ira, già sta sfoderando la spada, ed ecco Atena toccarlo alle spalle sì che egli si volge e il suo sguardo incontra gli occhi fiammeggianti della Dea che l'ammonisce a trattenersi.

E l'irruente eroe ubbidisce.

È il lampeggiare di un attimo.

Nessun altro ha visto la Dea.

Gli Dei sono dunque presenti ovunque accada, si faccia o si patisca, qualcosa di decisivo.

Il lettore dell'Iliade o dell'Odissea sa che niente accade, niente riesce o fallisce, nessun pensiero importante viene concepito, nessuna decisione presa, senza che intervengano gli Dei.


Walter Friedrich Otto, Theophania

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