Cibele

 



Il primo culto orientale adottato dai romani fu quello della grande Dea frigia, adorata a Pessinunte e sull'Ida, e che prese in Occidente il nome di Magna Mater deum Idea.

Nell'anno 205 a.C., quando Annibale vinto ma sempre minaccioso si manteneva ancora nelle montagne del Bruzio, piogge ripetute di pietre spaventarono il popolo romano.

I libri sibillini, che secondo l'uso vennero consultati ufficialmente su questo prodigio, promisero che il nemico sarebbe stato cacciato dall'Italia, se la Gran Madre dell'Ida fosse stata condotta a Roma.

Grazie all'amicizia del re Attalo, l'areolito nero che veniva considerato come la sede della dea Frigia e che quel principe aveva portato via poco prima da Pessinunte a Pergamo, fu rimesso agli ambasciatori del Senato.

Ricevuto ad Ostia, secondo l'ordine dell'oracolo, dal miglior cittadino dello Stato, onore che toccò a Scipione Nasica, esso fu trasportato dalle matrone più rispettabili, in mezzo alle acclamazioni della folla ed al fumo dell'incenso, fino al Palatino, ove fu solennemente stabilito.

Nello stesso anno Scipione portava la guerra in Africa e Annibale, costretto a raggiungerlo colà, era vinto a Zama.

La predizione della Sibilla si era realizzata: Roma era liberata dal lungo terrore punico.


Franz Cumont, Le religioni orientali nel paganesimo romano


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