Lo scontro per la bella Heléne

 




Dopo che essi si furono armati, da una parte e dall'altra

della folla, si disposero entrambi in mezzo ai troes e agli akhaioí,

con sguardo feroce negli occhi; lo stupore invase

i troes domatori di cavalli e gli akhaioí dai solidi schinieri.

Si fermarono di fronte, dentro al terreno segnato,

scuotendo le lance, si portavano a vicenda odio e rancore.

Per primo Aléxandros scagliava l'asta dalla lunga ombra

e colpì l'Atreides nello scudo ben bilanciato,

ma non infranse il bronzo, la punta si ripiegò

contro lo scudo rotondo; per secondo attaccò

Menélaos Atreides e così supplicò Zeús padre:

“Zeús ánax, lasciami punire chi mi ha fatto del male senza motivo,

il divino Aléxandros, fallo cadere sotto i miei colpi,

in modo che anche tra gli uomini a venire si abbia timore

a fare del male ad un ospite che offre amicizia”.


Omero, Iliade, Libro Terzo 340-354


(Immagine: illustrazione di Milo Manara)


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