Demetra
Demetra dalle belle chiome, dea veneranda, io comincio a cantare,
e con lei la figlia dalle belle caviglie, che Aidoneo
rapì - lo concedeva Zeus dal tuono profondo, che vede lontano,
eludendo Demetra dalla spada d'oro, dea delle splendide messi
mentre giocava con le fanciulle dal florido seno, figlie di Oceano,
e coglieva fiori: rose, croco, e le belle viole,
sul tenero prato; e le iridi e il giacinto;
e il narciso, che aveva generato, insidia per la fanciulla dal roseo volto,
la Terra, per volere di Zeus compiacendo il dio che molti uomini accoglie;
io mirabile fiore raggiante, spettacolo prodigioso, quel giorno, per tutti:
per gli dei immortali, e per gli uomini mortali.
Inno omerico a Demetra (1-11)
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