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Visualizzazione dei post da marzo, 2022

Ehwaz

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  Eh byþ for eorlum æþelinga wyn, hors hofum wlanc, ðær him hæleþ ymb[e] welege on wicgum wrixlaþ spræce and biþ unstyllum æfre frofur. Il cavallo di fronte ai conti fa la gioia degli uomini nobili, portatore fiero sui suoi zoccoli; quando lo evocano gli eroi - uomini ricchi - su cavalli da guerra scambiano parole ed è sempre un conforto per coloro che non riposano mai. Poema runico anglosassone

Gná

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La seconda ancella di Frigg è Gná. Di lei sappiamo che è la quattordicesima fra le dèe e Frigg la manda in giro per il mondo ad accudire alle sue faccende. Gná possiede un destriero capace di cavalcare nell'aria e nell'acqua, di nome Hófvarpnir. Gianna Chiesa Isnardi, I miti nordici Immagine: Frigg and Her Maidens (1902)

La via spirituale

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  Distogliersi da ciò che sta a metà, e vivere risolutamente nella totalità, nel buono e nel bello. Johann Wolfgang von Goethe

Nemesi

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Nemesi, che abita a Ramnunte in Attica, porta un ramo di melo in una mano e una ruota nell'altra, e in capo una corona adorna di cervi; uno scudiscio pende dalla sua cintura. Essa è figlia dell'Oceano e la sua bellezza è paragonabile a quella di Afrodite. Robert Graves, I miti greci (Immagine: Nemesi)

Ostara

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Siamo arrivati alla festa di Ostara, all'Equinozio di Primavera. Ostara è la Dea della Primavera, l'Aurora, la giovane Dea che sorge da Est. Fra gli anglosassoni porta il nome di Eostre. Vengono onorate con lei anche Frigg, Freyja, Jorð, Nerthus, Erda, Iðunn e tutte le Dee della Terra. Finisce il mese di Hreþmonaþ, dedicato alla Dea Hrêða (Hretha) e comincia il mese di Eosturmonaþ (sassone occidentale: Eastermonaþ; antico alto germanico: Ôstarmânoth), dedicato alla Dea Eostre, Ostara. La festa celebra l'entrata nella parte luminosa dell'anno. Il Sole, la Dea Sunna, continua la sua salita nel Cielo, che culminerà nel Solstizio d'Estate. Che questa luce vi sia benefica e propizia. Buona festa a tutti.

Il tridente

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Il tridente è l'emblema di Poseidone (Nettuno) dio degli oceani e indica il suo dominio sul mondo delle acque che egli può agitare o calmare. Il tridente è emblema solare (le sue punte sono raggi) e simbolo del fulmine (le sue punte sono baleni); il tridente colpisce la sua preda; in questo senso può essere accostato a talune rappresentazioni del vajra che è fulmine e tridente. Il tridente (trishula) è soprattutto in India l'emblema di Shiva, il trasformatore del mondo e il distruttore delle apparenze. Le tre punte raffigurano sia il trikala o triplice tempo (passato, presente, avvenire), sia la gerarchia a tre livelli della manifestazione, sia le tre qualità (guna). Si indica il trikala alzando tre dita della mano destra in un gesto detto trishulahasta. Dizionario dei simboli, Jean Chevalier, Alain Gheerbrant (Immagine: Scultura di Poseidone che regge un tridente a Copenaghen)

Berkana

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  Bjarkan er laufgrønstr líma; Loki bar flærða tíma. La betulla ha le foglie più verdi di qualsiasi arboscello; Loki fu fortunato nel suo inganno. Poema runico norvegese Bjarkan er laufgat lim ok lítit tré ok ungsamligr viðr. abies buðlungr. La betulla è un ramo frondoso e un piccolo albero e un giovane e fresco arboscello. Poema runico islandese Beorc byþ bleda leas, bereþ efne swa ðeah tanas butan tudder, biþ on telgum wlitig, heah on helme hrysted fægere, geloden leafum, lyfte getenge. La betulla non ha frutti ma è come se ne avesse, reca ramoscelli senza semi fertili, ha splendidi rami la sua corona è alta, è finemente ricoperta di foglie che toccano il cielo. Poema runico anglosassone

Mistica e mitologia delle rune

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Da un punto di vista mistico e mitologico le rune sono state "donate dagli dèi" -  e in particolare da Odino, "Padre di Tutto" - agli uomini. Al di là di ciò, si sono materialmente manifestate in un momento preciso nel campo fisico. La mente razionale umana ha naturalmente e legittimamente cercato un'origine "storica". Compito arduo: l'origine delle rune è oggetto di controversie. Non si sa ancora precisamente da dove sono scaturiti quei misteri "venuti dagli dèi". È comunque difficile negare il carattere magico di quell'insieme di segni. Iniziazione alle rune, Anne-Laure e Arnaud d'Apremont

Ragnarr Loðbrók

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Oggi commemoriamo Ragnarr Loðbrók, re di Svezia e di Danimarca, seguace degli Dèi, eroe dei tempi antichi. Morì valorosamente per mano del re cristiano Ælle II di Northumbria nella fossa dei serpenti che gli aveva allestito. Ecco gli ultimi versi del suo celeberrimo canto di morte nel Krákumál: Ora desidero che finisca le Disir mi chiamano a casa quelle che Óðinn mi ha inviato dalla sala di Herjan. Berrò felicemente birra con gli Æsir  sull'alto seggio la speranza di vita ora è perduta ridendo io morirò! Traduzione a cura del Recinto di Mezzo (Immagine: Ragnar Lodbroks död di Hugo Hamilton)

Il re sacerdote in epoca arcaica

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L'unione, nella stessa persona del Sovrano, del potere religioso e di quello politico è nell'antichità un fatto accertato e normale: in Egitto, in Persia, in Etruria e altrove. Non è dunque sorprendente constatarla nell'Ellade antica, ad epoche diverse. Per gli Elleni dell'epoca eroica, il re è sacerdote, o capo dei sacerdoti. Omero rappresenta più volte i re intenti a celebrare riti sacri: Agamennone e Priamo, nel canto III dell'Iliade, Achille, nel canto IX, Nestore, nel canto III dell'Odissea, ecc. In Eschilo, le figlie di Danao rivolgono queste parole al re di Argo: "Tu sei la città. Pritàne autocrate, tu governi l'altare, focolare del paese, con i cenni della tua fronte che soli decidono, e, sul tuo trono dall'unico scettro, provvedi ad ogni necessità." In Euripide, alle parole di Oreste: "È giusto che io governi sovrano in questa Argo pelasgica", Menelao obietta con questi interrogativi: "Puoi tu procedere alle libazioni? .

Fenja e Menja

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Re Fróði si recò ad una festa in Svezia presso quel re che era chiamato Fjolnir.  Là egli acquistò due serve che si chiamavano Fenja e Menja, le quali erano grandi e forti. Re Fróði fece condurre le serve al mulino e ordinò loro di macinare oro e così esse fecero: macinarono l'oro per primo e in seguito pace e gioia per Fróði.  Allora egli non concesse loro riposo o sonno più lungo del silenzio del cuculo o del canto di una canzone.  Si narra che esse poi intonarono quel canto che si intitola Grottasongr e che, prima di terminarlo, esse macinarono un esercito contro Fróði, cosicché quella notte giunse quel re del mare che si chiamava Mýsingr, il quale uccise Fróði ed ivi trovò un grande bottino.  Fu allora che ebbe fine la pace di Fróði.  Mýsingr prese con sé il Grotti ed anche Fenja e Menja, e ordinò loro di macinare del sale.  Quando fu mezzanotte esse chiesero a Mýsingr se il sale fosse abbastanza.  Egli ordinò di macinare ancora.  Avevano macinato giusto un altro poco, quand&

Thema Mundi

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Porfirio introduce il thema mundi, cioè la disposizione dei pianeti nei segni dello Zodiaco all'inizio del mondo, seguendo l'ordine classico dei pianeti, che impose a quasi tutti gli astrologi. Macrobio afferma che per gli egiziani all'inizio del giorno che fu il primo a brillare... l'Ariete occupava il centro del cielo e il Cancro portava allora la Luna, dopo di lui Helios (Sole) si fermava con il Leone, la Vergine con Hermes (Mercurio), Ares (Marte) era nello Scorpione, Zeus (Giove) occupava il Sagittario, Crono (Saturno) entrava nel Capricorno: così successe che ognuno degli astri fosse dichiarato padrone dei segni nei quali si pensava che si trovasse all'ora in cui nasceva il mondo. In seguito si sentì il bisogno di coprire tutti i segni dello Zodiaco e quindi, con l'eccezione del Sole, dio del giorno per eccellenza, e della Luna, dea notturna, ogni pianeta ebbe una casa diurna in un segno maschile e una notturna in un segno femminile. Laura Simonini, in L&#