Agilulf
Agilulf, re dei Longobardi e re d'Italia dal 591 al 616.
Era di origine turingia e apparteneva al clan degli Anawas, di religione cristiano-ariana.
Sotto il suo regno si registrò una decisa avanzata longobarda nella penisola ai danni dei Bizantini.
Agilulf stesso procedette alla riconquista di Parma e Piacenza e arrivò, nel 593, a minacciare la stessa Roma.
Papa Gregorio I, per evitare il sacco della città, nel 593, dovette versare ad Agilulf, re dei Longobardi e capo della Chiesa cristiano-ariana, 500 libbre d'oro.
Nel 601-602 alcuni duchi del nord si ribellarono al re, spalleggiati dai Bizantini, a Parma fecero prigionieri il duca Godescalc e sua moglie, figlia di Agilulf.
La reazione di Agilulf fu durissima; sconfisse e uccise i ribelli e successivamente conquistò, per la prima volta per i Longobardi, Padova.
Successivamente entrò a Este, Abano e Monselice, territori soggetti a Ravenna, ma con forte autonomia, e infine a Cremona e Mantova.
I Bizantini furono costretti, nel 603, a restituire i prigionieri e a chiedere una nuova tregua.
Un passo decisivo verso la riunificazione religiosa del suo regno, decisivo elemento di coesione politica, fu compiuto da Agilulf nel 603, quando fece battezzare con rito cattolico il figlio ed erede Adaloald.
Agilulf tuttavia non si convertì, temendo di indispettire i guerrieri del suo popolo, ancora in maggior parte ariani e pagani.
Nel 604 si associò al trono il figlio Adaloald, di appena due anni.
La cerimonia si svolse con un rito di ispirazione bizantina, a esplicito rafforzamento dell'intento di Agilulf di presentarsi come re di tutta l'Italia e non solo dei Longobardi, si designò, secondo quanto iscritto su una corona votiva, Gratia Dei rex totius Italiae.
Negli ultimi anni di regno proseguì l'opera di integrazione tra le due stirpi, Longobardi e Latini, sotto il suo scettro.
Agilulf si spense a Milano nel 616, dopo 25 anni di regno, primo re longobardo in Italia a morire di morte naturale.
(Immagine: Agilulf in una miniatura delle Cronache di Norimberga)
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