“Héktōr, ora vedrai da te stesso che guerrieri valorosi ci sono tra i Danaoí, oltre ad Akhilleús massacratore, cuor di leone. Ora lui se ne sta presso le navi concave, in collera con Agamémnōn pastore di popoli. Ma siamo in molti qui, capaci di misurarci con te. Su, cominciamo la lotta e la battaglia!”. E a lui allora rispose il robusto Héktōr dall'elmo ondeggiante: “Aías Telamṓnios, discendente di Zeús, signore di popoli, non cercare di intimidirmi come un ragazzetto debole o una donnicciola, che non s'intende di imprese di guerra. Io, credimi, conosco bene le battaglie e le stragi. So muovere (ora a destra, ora a sinistra) la pelle di bue, che mi consente di combattere con lo scudo; so irrompere con il carro in mezzo alla furia dei cavalli veloci; so anche, nella lotta a piede fermo, fare la danza di Árēs feroce. Ma non intendo colpirti a tradimento, valoroso come sei, ma a viso aperto, se ci riesco”. Così disse e, palleggiando l'asta dalla...