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Visualizzazione dei post da settembre, 2022

Gebo

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  Gyfu gumena byþ gleng and herenys, wraþu and wyrþscype and wræcna gehwam ar and ætwist, ðe byþ oþra leas. Il dono è per ogni uomo un onore e una lode un aiuto e un merito e per ogni avventuriero senza dimora, è il riparo e il soccorso per coloro che non hanno nient'altro. Poema runico anglosassone

Cascata

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Immagine delle acque primordiali che scendono dalle montagne del cielo, la cascata è simbolo della potenza divina che, immutabile sebbene in continuo rinnovamento, è effusa nel mondo degli uomini. Essa è legata al concetto dell'acqua come forza prorompente e vitale che richiama il momento delle origini. Il suo scroscio è eco del suono primordiale che generò il cosmo. I miti nordici, Gianna Chiesa Isnardi Immagine: foto della cascata di Skógafoss, Islanda

Haustblót

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  Siamo arrivati all'Haustblót, il blót di Autunno. Alban Elfed nella tradizione druidica. È la festa dell'Equinozio di Autunno. Il Sole continua la sua discesa, cominciata dopo il Solstizio d'Estate. Nell'Equinozio luce e buio si equivalgono. Passato questo si entra nella parte "oscura" dell'anno. In questo blót si onorano in particolar modo Óðinn, Freyr, Frigg e Freyja. Buona festa a tutti.

Siamo iperborei

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Guardiamoci faccia a faccia.  Siamo iperborei e sappiamo perfettamente quanto diversamente viviamo.  «Né per terra, né per mare, troverai la via che mena agli iperborei», come Pindaro disse di noi.  Al di là del Nord, del cielo, della morte — «nostra» vita, «nostra» felicità...  Abbiamo scoperto la felicità, conosciamo la via, abbiamo trovato l’uscita del labirinto attraverso migliaia d’anni. Friedrich Nietzsche, L'Anticristo Immagine: Sweden, Larsa Hultebrand

Carnac

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Enormi massi verticali e tumuli di terra eretti in tempi preistorici testimoniano il carattere sacro della zona circostante la cittadina di Carnac, in Francia.  Nella regione sorgono alcune delle più antiche strutture del mondo mai create dall'uomo, raccolte nel più vasto dei centri megalitici, nella campagna bretone.  A Kercado, nei pressi di Carnac, dove un grande tumulo erboso è sormontato da una pietra eretta, può essere avvertita meglio che in qualsiasi altro luogo la venerazione delle genti del Neolitico.  Il tumulo ha l'entrata verso il punto in cui sorge il sole nel Solstizio d'inverno: al suo interno un corridoio in pietra conduce fino a una camera quadrata.  Questa tomba, in cui parecchie generazioni trovarono sepoltura, è interessante soprattutto per la sua età: risale infatti al 4700 a.C. circa ed è la più vecchia struttura d'Europa, precedente di quasi 2000 anni quella di Stonehenge e le piramidi d'Egitto.  I viali megalitici di Carnac, Nigel Pennick Im

Kenaz

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  Cen byþ cwicera gehwam, cuþ on fyre blac ond beorhtlic, byrneþ oftust ðær hi æþelingas inne restaþ. La fiaccola è nota ad ogni uomo vivente per la sua pallida, brillante fiamma; brucia sempre all'interno del luogo in cui i principi siedono. Poema runico anglosassone

Il piacere sessuale

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  C'è qualcosa nel piacere sessuale, che lo rende diverso da ogni altro e supremo.  “Eros anikate machàn”, “Eros invincibile in battaglia”, scrisse Sofocle - e non fu mai confutato.  Ma perché è così?  Anche a questo la risposta più immediata e più convincente venne data da Yajnavalkya: “Come un uomo fra le braccia di una donna amata, non sa più niente del fuori, niente del dentro, così questa persona (Purusha), abbracciata dall’atman della conoscenza, non sa più niente del fuori, niente del dentro.  Nessun altro piacere è così affine all'atman, perché nessuno riconduce così vicino all'origine, quando l’atman aveva la forma di Purusha - e quella Persona, solitaria e anteriore al mondo, “aveva la dimensione di un uomo e di una donna strettamente abbracciati”.  Roberto Calasso, L'ardore. Immagine: L'unione di Shiva e Shakti 

Ermanaric

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  Oggi commemoriamo Ermanaric, possente re degli Ostrogoti della dinastia degli Amali, discendente di Gautr, seguace degli Dèi, che regnò lungamente sul suo popolo e sulle steppe orientali. Dopo di lui i re Amali condussero gli Ostrogoti in Italia, qui si stabilirono e regnarono. Essi sono i nostri antenati.

La fine del duello fra Odino e Vafþrúðnir

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  Óðinn kvað: Disse Óðinn:   “Fjǫlð ek fór, fjǫlð ek freistaðak, fjǫlð ek reynda regin; hvat lifir manna, þá er inn mæra líðr fimbulvetr með firom?” “Molto viaggiai, molto feci esperienza, molto misi alla prova gli dèi. Chi vivrà degli uomini quando sarà trascorso quel famoso Fimbulvetr tra i mortali?” Vafþrúðnir kvað: Disse Vafþrúðnir:     “Líf ok Lifþrasir, en þau leynaz muno í holti Hoddmímis; morgindǫggvar þau sér at mat hafa; þaðan af aldir alaz”. “Líf e Lifþrasir, si nasconderanno nel bosco di Hoddmímir. Le rugiade del mattino avranno come cibo; da qui torneranno a sorgere le stirpi”. Óðinn kvað: Disse Óðinn:     “Fjǫlð ek fór, fjǫlð ek freistaðak, fjǫlð ek reynda regin; hvaðan kǫmr sól á inn slétta himin, þá er þessa hefir Fenrir farit?” “Molto viaggiai, molto feci esperienza, molto misi alla prova gli dèi. Da dove verrà un sole nel liscio cielo quando questo Fenrir l'avrà divorato?” Vafþrúðnir kvað: Disse Vafþrúðnir:     “Eina dóttur berr Álfrǫðull, áð

Il duello fra Aias Telamonios ed Hektor

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  “Héktōr, ora vedrai da te stesso che guerrieri valorosi ci sono tra i Danaoí, oltre ad Akhilleús massacratore, cuor di leone. Ora lui se ne sta presso le navi concave, in collera con Agamémnōn pastore di popoli. Ma siamo in molti qui, capaci di misurarci con te. Su, cominciamo la lotta e la battaglia!”.     E a lui allora rispose il robusto Héktōr dall'elmo ondeggiante: “Aías Telamṓnios, discendente di Zeús, signore di popoli, non cercare di intimidirmi come un ragazzetto debole o una donnicciola, che non s'intende di imprese di guerra. Io, credimi, conosco bene le battaglie e le stragi. So muovere (ora a destra, ora a sinistra) la pelle di bue, che mi consente di combattere con lo scudo; so irrompere con il carro in mezzo alla furia dei cavalli veloci; so anche, nella lotta a piede fermo, fare la danza di Árēs feroce. Ma non intendo colpirti a tradimento, valoroso come sei, ma a viso aperto, se ci riesco”.     Così disse e, palleggiando l'asta dalla lunga ombra

Odino arriva nella sala di Vafþrúðnir

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  Fór þá Óðinn at freista orðspeki þess ins alsvinna jǫtuns; at hǫllo hann kom, ok átti Íms faðir; inn gekk Yggr þegar”. Partì dunque Óðinn alla disputa di sapienza con quel gigante onnisciente. Giunse lui nella sala che fu del padre di Ímr. Subito Yggr vi fece ingresso. Óðinn alla dimora di Vafþrúðnir. Óðinn kvað: Disse Óðinn:   “Heill þú nú, Vafþrúðnir! nú em ek í hǫll kominn, á þik sjálfan sjá; hitt vil ek fyrst vita, ef þú fróðr sér eða alsviðr, jǫtunn”. “Salute ora a te, Vafþrúðnir! Eccomi or giunto alla sala a trovar proprio te. Voglio per primo sapere se tu sapiente sei e onnisciente, o gigante”. Vafþrúðnir kvað: Disse Vafþrúðnir:     “Hvat er þat manna er í mínom sal verpomk orði á? út þú ne komir órom hǫllom frá, nema þú inn snotrari sér”. “Chi è tra gli uomini che nella mia corte si rivolge a me? Non uscirai da questa sala se non risulterai tu il più sapiente”. Óðinn kvað: Disse Óðinn:     “Gagnráðr ek heiti; nú emk af gǫngo kominn þyrstr til þinna sala, l