Blót d'Inverno, Blót agli Elfi

 





Siamo arrivati alla settima festa della Ruota dell’anno, la Festa d’Inverno e la Festa degli Elfi.
Vetrablót in antico norreno, Vinterblót in svedese, Álfablót in antico norreno, Winternacht, la Notte d'Inverno, in tedesco.
È la festa con cui si saluta l’entrata nell’Inverno.
Nelle saghe nordiche sono spesse volte ricordate le festività delle Vetrnætr, le Notti d’Inverno, fra le maggiori feste pagane, che si svolgevano in Ottobre nel periodo tardo medievale.
Nella tradizione celtica gaelica essa è nota come Samhain, la festa di inizio Inverno, da cui deriva anche la più recente ricorrenza di Halloween.
Nella tradizione italico-romana sono le Calende di Novembre.
Il mese che inizia è quello di Novembre, che nell'antico calendario anglosassone è noto come Blótmonaþ, il mese dei sacrifici.
Il Sole, la dea Sunna, dopo essere entrata nella metà oscura dell'anno nel Blót d’Autunno, nell'Equinozio di Autunno, scende verso le tenebre invernali, sino a Yule, a Jól, il Solstizio d'Inverno, in cui toccherà il suo punto più basso.
La ricorrenza si caratterizza come Festa dei Morti, come celebrazione degli Antenati e come celebrazione dei luminosi Elfi.
Il velo fra il mondo terreste e quello sovrannaturale in questa ricorrenza è difatti sottilissimo.
La runa di questa festa è Hagalaz (in antico germanico), Hagl (in antico gotico), Hægl (in antico anglosassone), Hagall (in antico norreno), la nona runa del Futhark antico, che significa grandine.
La forma del glifo sono due pali orizzontali con una sbarra trasversale e il cristallo di neve in un’altra sua versione.
Nell’antichità questa festa era associata alla levata eliaca di Antares (Alpha Scorpii), nella Costellazione dello Scorpione.
Buona Festa a tutti.


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