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Visualizzazione dei post da aprile, 2021

Walpurga

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  Siamo arrivati alla festa di Walpurgisnacht, Walpurga, May Day, la festa di Maggio. Nella tradizione celtica è Beltane. In Italia è nota anche con il nome di Calendimaggio, le Calende di Maggio. In molti calendari antichi segnava l'inizio dell'Estate. La festa richiama principalmente la fertilità della natura, celebrata con danze attorno al fuoco e al palo di Maggio. Si onorano le feconde nozze degli Dèi e delle Dee. Njörðr, Freyr, Freyja e la Dea di Walpurga sono particolarmente celebrati. Il Sole, la Dea Sunna, sale ancora nel Cielo e si approssima al suo culmine, il Solstizio d'Estate. Buona Festa a tutti.

Laguz

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  Lögr er, fællr ór fjalle foss; en gull ero nosser. Una cascata è un fiume che cade dal fianco di una montagna; ma gli ornamenti sono d'oro. Poema runico norvegese Lögr er vellanda vatn ok viðr ketill ok glömmungr grund. L'acqua è corrente vorticosa e un grande geyser e la terra del pesce. Poema runico islandese Lagu byþ leodum langsum geþuht, gif hi sculun neþan on nacan tealtum and hi sæyþa swyþe bregaþ and se brimhengest bridles ne gym[eð]. L'oceano sembra infinito agli uomini, se vi si avventurano sulla barca rollante e le onde del mare li atterriscono e il destriero del mare non bada alle sue briglie. Poema runico anglosassone

Walburga e May Day

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Walburga e May Day (la notte del 30 aprile e il primo Maggio) sono in duplice relazione. La notte del 30 aprile è tradizionalmente la notte delle streghe nell'Europa centrale. È un momento in cui il lato notturno e misterioso della vita è fortemente manifesto. Il nome Walburga risale probabilmente al nome di una Dea o di una veggente divinizzata, poiché il nome significa letteralmente "Recinto dei Caduti o dei Morti". D'altra parte May Day è esattamente l'opposto, una celebrazione luminosa e solare del lato diurno della vita.  I pali di Maggio possono essere eretti in questo giorno, o nel giorno di Midsummer, o in entrambi. Edred Thorsson, Northern Magic Traduzione a cura del Recinto di Mezzo (Immagine: Raising the Maypole di Frederick Goodall)

La libagione

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  C'è un gesto che unisce in modo indissolubile tutto il mondo indoeuropeo. È il gesto della libagione. I latini, sbrigativi, avevano solo una parola per nominarlo: libatio. I greci tre, sottilmente differenziate, choé, spondé, leìbo. Spondé era anche l'unico modo in greco per dire tregua o trattato di pace. All'inizio dei giochi olimpici araldi correvano per la Grecia gridando: Spondé! Spondé! Allora ogni conflitto si arrestava. Gli uomini vedici usavano quattordici termini per definire un certo tipo di libagione, graha, in un certo tipo di liturgia: il sacrificio del soma. Ma soltanto per le libagioni del mattino. Quelle di mezzogiorno richiedevano altri cinque nomi. E cinque quelle della sera. Eppure anche loro dicevano che non c'è atto più semplice, più immediato per manifestare l'attitudine sacrificale. "La preghiera mormorata è una forma segreta del sacrificio, la libagione una forma manifesta" si legge nello Śataphata Brahmana. Perché la preghiera s

La concezione dell'anima

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  Gli antichi popoli germanici possedevano una tradizione sull'anima minuziosa e precisa come nessun altro e molto più complessa di quanto abbiamo comunemente oggi. Poiché i norreni furono gli ultimi dei popoli germanici a essere "convertiti" al Cristianesimo e poiché in Islanda la prima fase della conversione fu di natura tollerante, la lingua e la tradizione norrena conservano intatta la psicologia runica più completa. È  su questa tradizione che si basa la seguente analisi. Tuttavia sembra molto probabile che tutti gli altri popoli germanici - Anglosassoni, Germani, Goti e così via - avessero sistemi equivalenti. Ci sono nove costrutti psicologici (ciascuno più o meno complesso) che compongono "l'uomo intero". Edred Thorsson, Runelore Traduzione a cura del Recinto di Mezzo

Apollo

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Apollo è il dio della sapienza, in modo esplicito e pacifico. Difatti il conoscere tutto, la tracotanza del conoscere, spetta soltanto alla divinazione, nella sfera arcaica, e quest'arte è concessa da Apollo. Ce lo dice Omero a proposito di Calcante, "che conosceva ciò che è e ciò che sarà e ciò che è stato prima". Giorgio Colli, Introduzione a La sapienza greca, Volume primo (Immagine: particolare dell'Apollo di Veio)

Norne

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  Norne. Sono le dee del destino, incarnazione di un fato superiore e ineluttabile che tutto sovrasta. Nelle Þulur è detto di loro: "Norne si chiamano coloro che determinano la necessità". Un passo del Fáfnismál precisa che le Norne sono di diversa origine: talune appartengono alla stirpe degli Asi, altre a quelle degli Elfi, e altre ancora a quella dei Vani. Al loro potere sul destino è dovuta la ragione per cui sull'unghia della norna sono incise le rune. Snorri tuttavia, come già del resto la Voluspá, parla in particolare di tre di loro che hanno dimora presso l'albero cosmico, accanto alla "fonte del destino": Urðarbrunnr. Esse hanno il compito quotidiano di irrorare i rami dell'albero con acqua e argilla, affinché non secchino né marciscano. Le tre norne che dimorano presso l'albero cosmico hanno nome Urdr, Verdandi e Skuld. Gianna Chiesa Isnardi, I miti nordici

La battaglia di Tagina

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Nella verde Umbria, a 14 chilometri da Nocera, presso la cittadina di Gualdo Tadino, avvenne lo scontro tra i due eserciti. Nel frattempo - e Totila non se n'era accorto - Narsete avete raggruppato il proprio schieramento e fatto rafforzare i fianchi con gli arcieri, quattromila per parte, cifra che rivela una forte presenza di soldati Unni; il corpo più minacciato quello centrale, era formato da Longobardi ed Eruli. All'epoca della battaglia Narsete aveva già 72 anni, un eunuco favorito di Teodora, un freddo calcolatore che scoccò tante di quelle frecce da stendere seimila Goti. I suoi fedeli combattenti lo portarono (Totila) a Capras, qualche chilometro più lontano, non certo per salvarlo, perché ormai era cadavere, bensì per seppellirlo con onore. La perdita più irreparabile subita dai Goti a Tagina fu senz'altro l'uccisione del loro geniale sovrano. Hermann Schreiber, I goti

Mannaz

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  Man byþ on myrgþe his magan leof: sceal þeah anra gehwylc oðrum swican, forðum drihten wyle dome sine þæt earme flæsc eorþan betæcan. L'uomo gioioso è caro ai suoi parenti; eppure ogni uomo è destinato ad abbandonare il suo compagno, finché il Signore per suo decreto rimetterà questa povera carne alla terra. Poema runico anglosassone Maðr er moldar auki; mikil er græip á hauki. L'uomo è un sovrappiù di polvere. Potente è la morsa del falco. Poema runico norvegese Maðr er manns gaman ok moldar auki ok skipa skreytir. L'uomo è la gioia dell'uomo e prodotto della terra e ornamento delle navi. Poema runico islandese

Cibele

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  Il primo culto orientale adottato dai romani fu quello della grande Dea frigia, adorata a Pessinunte e sull'Ida, e che prese in Occidente il nome di Magna Mater deum Idea. Nell'anno 205 a.C., quando Annibale vinto ma sempre minaccioso si manteneva ancora nelle montagne del Bruzio, piogge ripetute di pietre spaventarono il popolo romano. I libri sibillini, che secondo l'uso vennero consultati ufficialmente su questo prodigio, promisero che il nemico sarebbe stato cacciato dall'Italia, se la Gran Madre dell'Ida fosse stata condotta a Roma. Grazie all'amicizia del re Attalo, l'areolito nero che veniva considerato come la sede della dea Frigia e che quel principe aveva portato via poco prima da Pessinunte a Pergamo, fu rimesso agli ambasciatori del Senato. Ricevuto ad Ostia, secondo l'ordine dell'oracolo, dal miglior cittadino dello Stato, onore che toccò a Scipione Nasica, esso fu trasportato dalle matrone più rispettabili, in mezzo alle acclamazioni

Lo scontro per la bella Heléne

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  Dopo che essi si furono armati, da una parte e dall'altra della folla, si disposero entrambi in mezzo ai troes e agli akhaioí, con sguardo feroce negli occhi; lo stupore invase i troes domatori di cavalli e gli akhaioí dai solidi schinieri. Si fermarono di fronte, dentro al terreno segnato, scuotendo le lance, si portavano a vicenda odio e rancore. Per primo Aléxandros scagliava l'asta dalla lunga ombra e colpì l'Atreides nello scudo ben bilanciato, ma non infranse il bronzo, la punta si ripiegò contro lo scudo rotondo; per secondo attaccò Menélaos Atreides e così supplicò Zeús padre: “Zeús ánax, lasciami punire chi mi ha fatto del male senza motivo, il divino Aléxandros, fallo cadere sotto i miei colpi, in modo che anche tra gli uomini a venire si abbia timore a fare del male ad un ospite che offre amicizia”. Omero, Iliade, Libro Terzo 340-354 (Immagine: illustrazione di Milo Manara)

Haakon Sigurdarson

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Oggi commemoriamo Haakon Sigurdarson, Jarl di Lade e Signore della Norvegia, seguace degli Dèi e delle Dèe. Egli combatté per la Via Antica, ripristinando il culto degli Æsir e delle Ásynjur in Norvegia, che era stato attaccato e perseguitato con ferocia dai re cristiani. Sia gloria a lui. (Immagine: Battle between Haakon Jarl and brothers of Harald Greycloak di Christian Krogh)

Il periodo dei Duchi

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  Dopo la morte di Clefi i duchi più autorevoli decisero saggiamente di non scegliere, per il momento un altro re, sempre esposto alle congiure delle corti di Bisanzio e di Roma e di governare l'Italia attraverso un direttorio composto dal Duca di Pavia, di Trento, di Cividale, di Spoleto e di Benevento; così i sicari dei Bizantini e del Papato non potevano colpire, nella persona del re, tutta la nazione longobarda, né potevano fermarne l'azione. Infatti, nei dieci anni che seguirono, il partito nazionalista organizzò spedizioni militari occupando sempre nuovi territori, spogliarono molte chiese sequestrando moltissime proprietà del clero e fondarono città e castelli. Insieme a queste spogliazioni ed al fatto che erano arrivati a cingere d'assedio la stessa Roma, il papa Pelagio inviò a Costantinopoli tremila libbre d'oro, con la preghiera di mandare un esercito a liberarlo dai pericolosi barbari. Gualtiero Ciola, Noi, Celti e Longobardi

Il tempio di Gamla Uppsala

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  Il più glorioso di tutti i templi scandinavi, e forse il più tardo, era a Uppsala in Svezia. Esso venne descritto dal cronista germanico Adamo di Brema. Uppsala fu l'ultimo bastione del paganesimo nordico ed il tempio era evidentemente ancora in funzione quando Adamo fece la sua magnifica descrizione. Gli archeologi non sono d'accordo nella forma di questo tempio, ma comunemente si crede che fosse in legno sostenuto da due file di pilastri e che sorgesse sul luogo della odierna chiesa nella parte vecchia di Uppsala. Scavi fatti nel 1927, quando la chiesa venne restaurata, suggeriscono che il tempio fosse rettangolare e considerevolmente più lungo della odierna chiesa. E.O.G. Turville Petre, Myth and Religion of the North (Immagine: Gamla Uppsala oggi, con i tre tumuli regali e la chiesa dietro di essi)

Sacrificio

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  Sacrificio. Sul piano religioso corrisponde all'azione magica, poiché in esso viene richiesto alla divinità di intervenire a mutare gli eventi o, quantomeno, a preannunciarli. La tradizione nordica conosce perciò il sacrificio innalzato per la prosperità e la pace (til àrs ok friðar), per la vittoria (til sigrs), per divinare il futuro (til frèttar). Gianna Chiesa Isnardi, I miti nordici (Immagine: Offering di Johann Ludewig Gebhard Lund)

Lug

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  Secondo Cesare è il maggiore tra gli dèi gallici, inventore di tutte le arti, protettore dei mercanti e viaggiatori. Gli corrisponde in Irlanda Lug Samildanach, che da solo possiede le capacità di tutti gli altri dèi. Rimane al di là di ogni classificazione, al di fuori e al di sopra del pantheon. Lug è però anche e soprattutto un dio luminoso, che sotto molto riguardi, ricorda Apollo. Il nome non viene attestato in Gallia, a eccezione del toponimo Lugudunum (Città di Lug) di cui si conoscono una quindicina di esemplari e parecchi antroponimi del tipo Luguselva "colei che appartiene a Lugus". Guardiamoci sopra tutto dal credere che la sua teologia fosse semplice: il Lug irlandese rivela spiccati tratti "odinici", che lo avvicinano all'aspetto cupo delle divinità germaniche. Non è un dio placido, di quelli che gli uomini frequentano facilmente o implorano senza motivo grave. F. Le Roux, C.J. Guyonvarc'h, La civiltà celtica